martedì 21 ottobre 2008

Serafita


"Ha detto torno presto Serafita. Lo dice ogni volta che se ne va. Lo guardo allontanarsi in controluce e non sento il suo odore sotto la traccia del sapone da barba. Torno presto, e mi lascia di nuovo. Posso mangiare quello che voglio, dormire nel suo letto. Posso provarci, però sonno e fame vengono solo quando è qui. Lui parte, io aspetto. Ogni volta non so per quanto tempo dovrò aspettare.
Torno presto è una promessa che non fa bene a chi resta. Bisogna essere precisi quando si misura l'assenza. All'inizio era più facile. Forse è sempre così quando le storie cominciano. Per decifrarlo affondavo nei cassetti, profanavo armadi chiusi. La disposizione delle camicie è una visione del mondo, una parata di scarpe fissa i limiti della nostalgia.
Non si ama qualcuno senza amare le sue cose. Io ho amato torri di maglioni, sbarramenti di mocassini, scatole chiuse con lo spago, prima di amare lui. L'amore è cresciuto nelle distanze e nell'attesa. Mi fidavo del suo ordine e dei geranei assetati: ho imparato che le cure per le cose vive vanno dosate e tutto il resto deve tendere all'essenziale. Una mela, due uova, i biscotti ben sigillati, sempre quelli. Il frigorifero può essere una biografia. Il suo è sempre stato senza latte, l'amore non si nutre di coincidenze perfette. Ho imparato ad amare anche il desiderio di un ordine diverso, la polvere degli angoli, i resti di vecchia pioggia sui vetri che nessuno toglieva.
Questa è la tua casa, diceva, ma le case sono di una persona sola e lo sapeva, sapeva che nella mia ci sarebbe stato un cartone di latte da qualche parte. Non ho aperto tutti i cassetti, per fortuna. Non ho pulito i vetri e non ho dato l'acqua ai geranei.
Ha sempre detto torno presto, non mi ha mai detto di aspettare. Anche stavolta tornerà. C'è il segno del mio corpo sul divano e la voce della radio che ha lasciato accesa per me. Non ho scarpe pulite come le sue e non ho chiavi per chiudere. Apro la porta e me la tiro dietro." (Animalìe)