martedì 25 novembre 2008

Tata Nura, il cane più amato dagli italiani



Questa è Nura, quella dei miei bimbocci che ha meno soprannomi. "Marmellata di more e di mirtilli, porcellino dolce e tenero" e solo qualche altro.

Nura è stata vittima inconsapevole -come lo ero io!- di tutte le teorie canine che circolavano. La prima valutazione che ne è stata fatta è: un cane insicuro e dominante.
Uhm, come fa ad essere insicura e dominate??
Ah, aveva dei buchi nella sua socializzazione.

Nura ha avuto la fortuna di essere una cucciola amata e seguita non solo dai suoi allevatori, ma anche da un veterinario molto esperto che l'ha tenuta presso di sè.

E' stata invece bellamente ingozzata di premietti, cosa che in un cane collaborativo come lei era più che inutile.
Seduta! E premio. Terra! E premio.
Quando ho tolto i premi, per un mese ho letteralemnte perso il cane. Lei era ormai abituata ad interagire con uno snack, non con me!
Senza contare il trauma-clicker. Ma siamo matti? Pensare con la mia testa? Fare qualcosa senza che tu mi dica esattamente cosa e poi premio premio premio??? Se vuoi faccio seduta, terra, piede, tutte quelle belle cose che ti piacciono, ma non chiedermi di imparare usando la testa.
Problem solving?? Anche problemi da risolvere adesso??? Ma dove siamo, all'istituto di astrofisica???

Il premio per Nura ora è me che la coccolo e che le ripeto che è il cane più amato dagli italiani. O che è un piccolo porcellino a macchie. O che è una marmellata di more e mirtilli. O un cane dolce e tenero.

Nura è solamente un dalmata, e come tale ha bisogno di una gestione adatta. E' molto emotiva, molto eclettica, può fare tutto e niente non avendo precise specifiche di razza (guardia, caccia, carrozza...), ha bisogno di capire che io ci sono e che basta guardare me per avere la soluzione a tutti i suoi problemi, ha bisogno di imparare ad usare la sua splendida testa più che la bocca, ha bisogno di molto rispetto e di molta comprensione, soprattutto delle piccolissime cose che per noi non contano, ma che lei vede tutte.
Con i suoi enormi occhi nocciola.

lunedì 24 novembre 2008



A Volte lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita
Se Dio ci permette di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo non potremmo mai volare.

Chiesi la FORZA...
e Dio mi ha dato le difficoltà per farmi forza

chiesi la SAPIENZA...
e Dio mi ha dato problemi da risolvere

chiesi la PROSPERITA'...
e Dio mi ha dato cevello e muscoli per lavorare

chiesi DI POTER VOLARE...
e Dio mi ha dato ostacoli da superare

chiesi l' AMORE...
e Dio mi ha dato persone con problemi da risolvere

chiesi FAVORI...
e Dio mi ha dato opportunità

Non ho ricevuto niente di quello che chiesi...
però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno

VIVI LA VITA SENZA PAURA, AFFRONTA TUTTI GLI OSTACOLI E DIMOSTRA CHE PUOI SUPERARLI

(racconto trovato vagando su internet!)

sabato 22 novembre 2008

Il segreto della vita



Che ne dite? Avete sciolto i nodi o solo nascosto la corda? Vi è bastata una settimana, un mese, un anno o che? Qual è quell'unica cosa?

venerdì 21 novembre 2008

Mi ricordo...


Mi ricordo che Ken veniva usato nelle nostre storie di bambini come suddito della Barbie...

Mi ricordo che il cavallo della Barbie era impalato in una posizione innaturale da dressage, mentre quello di ora cammina, nitrisce..

Mi ricordo il sacco ad orso/coniglio Pisolone, non me l'hanno mai comprato (sennò poi volevo starci davanti alla tv come nella pubblicità!)...

Mi ricordo "resta di stucco, questo è un barbatrucco"...

Mi ricordo Gigi la Trottola e il suo grande amore Annina...

Mi ricordo noi bambini che scavavamo e "miglioravamo" il fazzoletto di terra sotto casa...

Mi ricordo i sandali alla frate francescano, marroni con la fibbia, sembravano fatti di cartone quando la suola si "grattava"...

Mi ricordo i canali di scolo dei campi, pieni di girini che noi portavamo a casa, convinti che li avremmo visti trasformarsi in rane...

Mi ricordo i lecca-lecca che costavano 50 lire...

Mi ricordo che quando ci cadevano per terra, la lattaia da cui li compravamo ci chiamava "baùchi"! E noi non capivamo cosa volesse dire ma eravamo mortificati...

Mi ricordo le sere d'estate, quando si tornava a casa e la mamma ci spediva sotto la doccia e l'acqua diventava color terra. Dopo ci si sentiva rinati...

Mi ricordo gli interminabili pranzi di Natale: dopo l'apertura dei regali io e mio fratello avremmo rimandato tutti a casa, invece parlavano per ore e ore di politica...

Mi ricordo le foto davanti all'albero, ogni anno, in pigiamino...

Mi ricordo quando mia mamma ha fatto il presepio con i fiumi in salita...

Mi ricordo quando si è rotta la statuina di uno dei cammelli, e io ero preoccupata non per la statua, ma come se fosse stato un vero essere vivente...

Mi ricordo quando inziava a piovere e mio papà ci nascondeva sotto il suo cappotto...

Mi ricordo che mio fratello voleva giocare all'elefante, con mio papà che lo scarrozzava in giro per casa...

Mi ricordo che io volevo giocare ai lupacchiotti e dormire rannicchiata vicino a lui...

Mi ricordo la fatina dei dentini, ancora un po' e avremmo tolto pure quelli sani...

Mi ricordo il dolce forno harbert...

Mi ricordo lo zucchero filato delle giostre, l'ho mangiato l'ultima volta l'anno scorso tra lo stupore dei bambini...

Mi ricordo il latte e cioccolata e i "baffi" che lasciava...

Mi ricordo Giramondo, la gatta piena di signorilità che mi ha accompagnato fino alla quarta elementare e i suoi due piccoli, Black e Liquerizia...

Mi ricordo Enrico, il bulletto del gruppo che vendeva qualsiasi cosa a chiunque quando facevamo il mercatino. Ora fa l'agente immobiliare...

Mi ricordo l'ultima volta che ho sbucciato le ginocchia andando coi pattini sulla ghiaia...

Mi ricordo...



giovedì 20 novembre 2008

L'mp3 di Angelo Vaira, croce e delizia


Allora, come ormai mezza Italia sa, c'è stata tutta una discussione infinita sull'mp3 messo online da Angelo Vaira, Thinkdog.

Io mi riferivo in un post ai clienti che vanno nei campi a risolvere un problema col cane e si trovano davanti "fureghini" che un giorno hanno il collare a strozzo e dominano il cane e il giorno dopo hanno in mano il clicker e parlano di comprensione. E che condiscono tutto quanto da un'abile conoscenza del marketing, delle tecniche di vendita e di convincimento e delle belle parole.

Marketing che conosco (e uso) pure io, visto che non si critica il vendere, ma cosa si vende.

Però...però ho nominato tra i metodi anche gli mp3, e visto che non condividevo il contenuto dell'mp3 di Vaira, si è passati dal non condividere al demonizzare.

Uhm, c'è un passettino.

E in tutto questo casino, non si è accennato a due piccole cose: i cani e i metodi.

Scusate, ma tutti noi che siamo intervenuti siamo educatori cinofili o "canari" in genere, perchè ci è passato di testa?

Perchè abbiamo messo tutti noi, io in cima, davanti le persone e il difendersi a spada tratta invece di confrontarci?

Chi volesse ascoltare l'mp3 lo trova sul blog http://laviadeglianimali.blogspot.com

E chi vuole parlarne: delle metodologie, di cosa trova positivo o negativo, degli effetti sul cane, delle annotazioni varie ed eventuali, di idee per migliorare, cambiare, fare e disfare, può parlarne con noi. Ma senza polemica.

mercoledì 19 novembre 2008

Il grosso cane marrone


Questo pit bull è stato ritrovato a Roma, con un numero di telefono abraso sul collare. Una storia come tante. Si recupera il numero di telefono, e dall'altro capo del filo dicono che non hanno mai avuto cani.

Il problema è: come si vive il ritrovamento di un pit bull?

Male direi.

Intanto c'è da scoprire se è un bel pit bull o un brutto amstaff o viceversa : non me ne vogliano gli estimatori di entrambi, ma lo standard è davvero troppo variabile, poi linea inglese, americana...
In questo caso la diagnosi è -ahimè- facile, e ti tocca dare la ferale notizia alle volontarie: è un pit bull.
Eh, sì, è più facile trovare casa ad un amstaff che ad un pit bull.

Chi lo ha ritovato, inoltre, non se lo può tenere, perchè nel palazzo accettano qualsiasi cane, ma non QUELLO.
Ergo, i dalmata super mordaci ma protagonisti della "carica dei 101", sì. Un pit bull, no.
Niente da fare, tutto dipende sempre da chi è il tuo manager.

Il cane viene così portato in una pensione a pagamento, così sarà più seguito rispetto al rifugio. E si deve testare se il cane va d'accordo con altri cani, con le persone o che.
Panico e terrore. Anche perchè le aree sgambatura non sono così ampie da permettere le giuste distanze, e se c'hai davanti un pit bull che sbavozza e si guarda attorno con occhio pallato, non sai che pesci pigliare.
Vabbè, è solo agitato, ma se sei una volontaria e ti devi gestire queste situazioni, ed entrare nel suo box con questo vitello che ti posa le zampone sulle spalle e ti spiattella una bocca larga e piatta davanti alla faccia, non ti senti affatto a tuo agio.
Poi il pit, emotivo com'è, inzia ad usare i dentini, a mordicchiare...e lì ci vogliono i sali per farsi coraggio.

Mi sa che a Roma avrò "qualcuno" a cui fare visita. Per ora la soluzione è stata questa: "Non pensate continuamente che è un pit bull, un pit bull, un pit bull...è solo UN GROSSO CANE MARRONE!"



giovedì 13 novembre 2008

Un Kg di cinofilia, prego!







Sono "reduce" da uno dei soliti tentativi, riusciti, di vendere cinofilia. Come se il sapere e l'amore e la passione avessero un prezzo.
Beh, c'è chi dice di sì.

Chi fa finta di lavorare per il bene, ma fa solo il suo bene.

E a volte mi chiedo: "Ma la gente è così ingenua?"

A volte penso proprio di sì. Forse perchè in fondo abbiamo un gran bisogno di bene, di sapere che qualcuno da qualche parte fa davvero qualcosa di buono, e non c'importa niente se dobbiamo staccare il cervello per crederci.

Anzi, mi sa che manco riflettiamo un attimo.

Gli sconti sui corsi non esistono: il costo che vi viene proposto è quello reale. Il numero di posti limitati nemmeno: vedrete che se volete iscrivervi non vi diranno di no. Gli mp3 gratis sono un'altra fregatura, in realtà darete la vostra mail e poi riceverete qualche bella newsletter o invito a corsi e seminari.

Esiste marketing, tanto tanto tanto marketing.

Che non è solo tecniche di vendita, è vendere a tutti, a tutti i costi.

Riflettete prima di comprare un kg di cinofilia. Non c'è scontrino nè garanzia, e poi il risultato di un prodotto dannoso resta a casa con voi.


domenica 9 novembre 2008

Cosa significa aver paura?

Quante volte vi è capitato di avere paura?

Quanti cani sono stati definiti dominanti, aggressivi, difficili e tante volte hanno fatto una brutta fine perchè la loro colpa era...di avere paura?

Ogni volta che Morfeo cercava di mordere qualcuno, io pensavo a questo film. Non potevo farne a meno. Vedevo la sua paura, il non sapere cosa sarebbe successo, trovarsi solo davanti a quella situazione per lui incomprensibile.

Vedevo le pupille nei suoi occhi chiari dilatarsi sempre di più.

E nessuno vedeva i particolari. Nessuno vedeva le luci evanescenti sulle foto che vede la mamma di Sam Cole. O meglio, i particolari venivano lasciati in secondo piano e si badava solo al fatto che il cane aveva elaborato una sua strategia efficace per togliersi da una situazione. E ci si occupava solo di quella manifestazione, non della sua origine.

In questi casi il cane sembra pure il più sicuro del mondo. Ma è sicuro solo che quell'atteggiamento funzionerà. Quando non funziona più, ecco che la paura cresce ancora di più.

Dobbiamo cercare di non "vedere solo quello che vogliamo vedere", ma di andare oltre. I nostri cani sono ben felici di poterci svelare il loro segreto e di cercare una soluzione. Se noi vogliamo stare ad ascoltare e sforzarci di accettare anche qualcosa che a noi sembra assurdo, impossibile o stupido.

Morfeo oggi si è trovato davanti un perfetto sconosciuto. Lentamente, si è seduto vicino a me e mi ha guardato.

Io voglio che non abbia più paura.

sabato 8 novembre 2008


...Dobbiamo cercare il caso perchè ci regali altri rifugi, altri territori per l'innocenza, per il rischio, la fierezza e le follie...

(A. Mastretta)

venerdì 7 novembre 2008

Educare il cane o noi stessi?



Penso che la cosa più difficile del lavoro coi cani sia riuscire a scollare le nostre aspirazioni, carattere, aspettative, emozioni, desideri da quello che il nostro cane in realtà è davvero.
Il cane dominato. Ne ha bisogno il cane o noi?
I premi in cibo. Non siamo forse noi a volere una tazza di cioccolata, più che il cane un biscotto?
Il gioco forsennato. Chi dei due ha più bisogno di sfogarsi perchè ha passato una giornataccia?
E ancora accettare il cane così com'è pensando sia un profondo atto d'amore, chiedergli al contrario cambiamenti impossibili in un batter d'occhio...
Quante aspettative abbiamo sui cani?
Li abbiamo portati nelle nostre case perchè li amiamo, ma a volte questo amore ha dei limiti, oppure risulta così soffocante da essere deleterio.
In ogni momento, però, possiamo avere la maturità per ammettere di aver sbagliato, per pensare che ne vogliamo sapere di più, che il mio cane non può essere il solo che non risponde al richiamo e così via.
Ogni giorno possiamo ricominciare da capo, possiamo cambiare, possiamo imparare che ci sono tanti modi di amare un altro essere vivente.
Chiedere aiuto è il primo passo per riuscirci.
Ogni mattina, il nostro cane sa che penseremo a lui, e quando qualcosa cambia, è sempre pronto a dimenticare il passato e a ricominciare da zero.
Lui ha fiducia in noi.
Cominciamo a ricambiare.

giovedì 6 novembre 2008

Il canto della natura


Ieri sera, in un raro momento in cui non pioveva, ho portato i cani in giardino. Faceva buio e freddo. Per far scendere Meggy ho dovuto usare tutta la mia forza di convincimento. E anche quella fisica, portandola in braccio giù per le scale.
Si stiracchiano; inzia già a piovigginare di nuovo.
Ma qualcosa salta tra i miei piedi. Che è? Un topo? Un ratto? La mia mente cittadina pensa subito al peggio: e se è così, devo andare a controllare che non sia qualcosa di nocivo per i miei macchiotti.
Infatti. E' un rospo di una quindicina di centimetri, grasso e lucido come non mai.
Chiamo i cani e li tengo vicini a me, che non lo schiaccino, spaventino o gli diano la caccia.
Li riporto su e vado a cercare un contenitore per metterlo al sicuro. Torno dopo qualche minuto.
Non c'è più, ma c'è invece un rumore particolare....quasi sconosciuto...
Claire abbaia come tutta risposta.
E' qualcosa di lontano, che mi riporta alle scorribande nei campi di grano; alle pannocchie rubate al contadino mentre io e altre bambino lo distraevamo con sorrisi e moine (e i ragazzi se ne andavano con sacchi e sacchi di refurtiva); a serate passate a cercare di tirare via macchie di erba da gomiti sbucciati.
Sono rane, rane che gracidano.
Una, due, tre, cinque. Il grosso rospo fa la parte del leone in una piccola pozza d'acqua nel mio giardino.
Musica dimenticata che ti porta lontano.

domenica 2 novembre 2008

Educare, addestrare, metodi gentili, zooantropologia...quanta confusione!!!




Ormai la cinofilia è diventata un gran guazzabuglio. E il problema è che non è facile mettere dei limiti o tracciare delle linee nette tra chi usa un metodo, chi un altro, chi ha studiato qui e chi si è formato lì.
In teoria un addestratore dovrebbe insegnare solo il lato "sportivo", quindi dal seduto-terra-piede all'agility o obedience o qualsiasi disciplina in cui si sia specializzato. Avrebbe quindi dovuto formre i suoi cani, partecipare a gare se possibile (non dimentichiamo che cani con handicap quali sordità o cecità ancora sono esclusi dalle gare ufficiali, così come i meticci), poi cimentarsi con quelli di amici e infine con quelli dei clienti.
Poi ci sarebbe l'educatore: rapportarsi col cane, gestione degli stati d'animo, gestione in città, classi cuccioli e cucciolate, prevenzione problemi comportamentali semplici.
Infine il rieducatore o comportamentalista: valutazione e risoluzione di problemi causati da cattiva gestione o da stati d'animo errati; nessun tipo di intervento nel caso di patologie (allora subentra il veterinario comportamentalista).
Beh, qualcuno di voi ha mai trovato tre figure così distinte?
Direi di no.
L'addestratore vuole saperne anche di comportamento, l'educatore non sempre ha avuto l'edeguata preparazione e poi vuole fare anche agility, obedience, mobility, rally o' e così via. Per non parlare dei comportamentalisti che sbucano come funghi e dopo un anno dicono: "Oh, mi sono sbagliato, scusatemi...ero appena uscito dai corsi di formazione!".
I metodi poi si accavallano bellamente: bocconcini e gioco nel metodo gentile; punzioni nei metodi del tempo passato che ancora permangono; collaborazione nella zooantropologia. In genere chi non riesce a cavare un ragno dal buco passa da un metodo all'altro con molta serenità, senza pensare se davvero sia positivo tirare su a sleppe di wuerstel un labrador che non risponde invece di rivederne la gestione o se un cane "difficile" ha bisogno di due sani ceffoni (io dico di no...).
Quello che posso notare in genere è una tendenza a volersi dare una parvenza di "gentilezza" da parte degli addestratori vecchio stile, perchè ormai l'essere "cabobranco" non piace più; e dall'altra parte la voglia di essere "primi della classe" degli educatori, che ahimè spesso non hanno anni di esperienza alle spalle.
Collaborare tutti insieme?
Giammai!
E così i centri cinofili offrono tutte le attività del panorama cinofilo ma gestite solo da una o due persone.
E la competenza?
Beh, quando la trovate, fatemi un fischio...