mercoledì 31 dicembre 2008

ANNO NUOVO, VITA NUOVA!



Anche per questa cavallina?
Non è più stata tenuta a contatto con altri cavalli nè fatta uscire perchè non serve più, così è dimagrita e deperita a vista d'occhio. E allora che si fa? La vendono "a prezzo di carne", destinazione il primo macello della zona.
Se ve la sentite di iniziare l'anno nuovo mettendo in atto almeno un buon proposito, rinunciate ad un apertitivo e mandate qualche euro per lei.
Il sito che si occupa del riscatto è affidabile, ma potete vederlo voi stessi www.alture.net
Direi che è ora di FARE qualcosa.

martedì 30 dicembre 2008

Con gli occhi sbarrati


"Cosa accade nella mente e nella vita di un uomo che un giorno, al suo risveglio, scopre di non poter più muovere nessun muscolo del suo corpo e nemmeno parlare? Quali emozioni e quali pensieri lo tormentano? Questo libro racconta in esclusiva la terribile esperienza vissuta per oltre un anno e mezzo da Salvatore Crisafulli, il quarantunenne siciliano che, dopo un incidente stradale, si è ritrovato completamente paralizzato e incapace di comunicare con il mondo esterno, se non con gli occhi. Ritenuto dai medici ormai in stato vegetativo permanente, Salvatore ha in realtà sempre mantenuto un labile contatto con il mondo esterno: «Dicevano che non ero cosciente e che sarei morto. Io capivo tutto e piangevo…». Solo dopo un anno, osservandone gli occhi, la madre ha capito che Salvatore era cosciente. Ora, con gli occhi Salvatore comunica con il mondo, selezionando le lettere da uno schermo. È nato, così, con la sua diretta testimonianza, uno straordinario documento che racconta questa drammatica odissea. Un caso che ha fatto molto discutere. "

Non vi ricorda la vita di qualcuno che è con noi tutti i giorni? Ricordiamocene e guardiamo negli occhi...sempre...

venerdì 26 dicembre 2008

Dolcezze naturali



Conoscendo la mia ghiottoneria, un amico toscano mi ha portato una serie di barattoli di miele quand'è venuto a trovarmi. Abita a Cecina, e vicino a lui c'è l'apicoltura Camerini, così ha potuto fare scorta di stranezze-al-miele.
Il primo barattolo che ho aperto portava la dicitura "Melata". Boohhh, che è? Assaggiamo!
Era un miele densissimo, sembrava quasi una caramella da tanto era denso e non troppo dolce, ma con un sapore davvero ricco.

Così gli ho chiesto, dopo averne mangiato un bel po', cos'era.

Astenendomi da tecnicismi, che non conosco, è un miele ricavato dalla sintesi che fanno le api di una resina, creata a sua volta da delle cicaline che "lavorano" la linfa. E' un miele ricchissimo di vitamine e sali minerali. Io c'ho fatto tutta la convalescenza dei miei mal di gola perenni, e ha funzionato molto più di chili e chili di antoral o altro.

Provare per credere...a volte quello che fa bene è anche buono. In questo caso, buonissimo!

La foto è presa da questo sito:
www.piandangelo.it/prodotti_melata.php



martedì 23 dicembre 2008

I am the Best


Nella mia vita ho speso tanto denaro in donne, alcool e auto veloci. Il resto l' ho sprecato.

George Best

giovedì 18 dicembre 2008

Ma papà ti manda solo?


"..."Intanto partiamo dall´idea che se il cane sta tutto il giorno in giardino e noi in casa, se la nostra gestione in casa fa acqua a tutte le parti, se non facciamo nessun tipo di miglioria nella vita del cane per affiatarlo a noi, poi non possiamo pretendere un richiamo e una passeggiata perfetti.
Perchè se in casa "toppi", l´errore si nota poco, ma fuori gli stimoli sono tanti, e se il cane non ha la testa almeno un po´ su di noi, siamo fritti. Quindi facciamo tutto il possibile (vedi intanto "pappa" e "cuccia") e lavoriamo ANCHE sul richiamo e la passeggiata.

La passeggiata inizia quando pensate di uscire. Non voglio un cane impazzito perchè mi vede toccare il guinzaglio o andare verso la porta. Fate un po´ di "finte", il cane deve stare attento a quello che gli chiedete, non fare mille ipotesi su cosa-forse-potrebbe-accadere: vivere con i dubbi amletici (e un cagnoccino non può darsi una risposta umana!) non è piacevole.

Quindi mi alzo, tocco il guinzaglio, torno a sedermi, vado verso la porta, mi risiedo...e poi aspetto un po´ (a volte un bel po´) che il cane torni a farsi gli affari suoi. All´inizio penserà che sto impazzendo.

Poi lo CHIAMO. E qui ci siamo. Chiamo il cane-BRAVO. Poi "ANDIAMO" e si va a prendere sto caspita di collare, guinzaglio e si va verso la porta.
Già qui stiamo lavorando sul richiamo. Vieni da me, mi guardi un attimo e ti dico cosa faremo di meraviglioso: usciamo. Il venire da voi è preludio a qualcosa di bello.
Se il cane viene da voi e poi schizza verso la porta, no, non ci siamo. Si richiama e si va avanti un altro passo. E´ ripartito? Lo si richiama e si fa un altro passo. Lo scopo è arrivare assieme alla porta.

Arrivati alla porta..credete sia finita? Abbiamo appena iniziato!

Aspettate un attimo. Aspettate finchè il cane non è calmo. Chiamatelo per nome. Quando vi guarda, anche per un secondo, si apre la porta.
Dovete sempre avere ben chiaro in qualsiasi cosa che il cane è all´altezza delle vostre ginocchia-piedi o poco più. Quando è concentrato su qualcosa, lui non vi vede e manco vi sente, pensa alla porta che si a pre e non gli interessa se la apre una forza magica o voi. Bene, dobbiamo chiarire che VOI l´aprite. E fargli riconnettere il cervello con voi.

All´inizio vi avverto, la passeggiata sarà una rottura. Pochi metri in ore e ore (ok, esagero). In sostanza, ogni volta che il cane tira, voi vi fermate. Lo richiamate, Gli date le spalle o comunque non restate girati verso di lui: per il cane la vostra punta dei piedi indica la direzione in cui si va. E se vuoi andare di qua e io sto tirando come un trattore in quella direzione, non va tutto bene?? Quindi mi giro anche di fianco, mi sposto di due passi a destra, riporto il guinzaglio ad essere morbido. Stonc, di nuovo in tensione. E io faccio di nuovo il paletto. Lo richiamo vicino a me, mi accuccio, mi giro, mi volto, disegno una "u" con la mano, partendo dal naso del cane fino al mio ginocchio: torna qui facendo questo giretto.

Se siete esasperati, arrivate alla prima aiola, aspettate che il cane vi guardi, sempre, chiamatelo, bravo, e ditegli un "libero". Non liberatelo davvero, ma fate un po´ la zavorra e lasciatelo fiutare in giro e voi riprendete energie.
L´idea è che con "andiamo" si va via assieme, "libero" permette al cane di razzolare un po´.

Deve capire che il guinzaglio in tensione significa "stop", e quando c´è quella sensazione, non si va avanti.
Se il cane tira per fiutare qualcosa, prima deve tornare da voi, poi un passo in avanti. Tira ancora? Si chiama e si ferma, chiama e ferma fino a lasciarlo annusare. Deve arrivare ad annusare col guinzaglio mollo. Il premio sarà l´annusata, ma stiamo andando assieme a fiutare, non sei tu che mi trascini!

All´inizio sarà davvero noioso, ma imponetevi un po´ di disciplina.

Come già dicevo, munitevi di pettorina svedese e guinzaglio lungo (per ora usatelo diviso in due), infatti una cosa che preme sul collo stuzzica il riflesso thigmotaxis (si scrive in 200 maniere diverse), per cui un animale va contro la pressione. Per cui, se qualcosa preme sul collo, il cane tira ancora di più per liberarsene. E´ un sistema salva-vita: se un predatore mi attacca, lo travolgo andandogli addosso e non gli permetto di strappare, invece in più gli "spalanco" la bocca andandogli contro. Il cane non s e ne rende conto, non è una cosa che fa pensando, è come per noi rimetterci in equilibrio se spinti.

Quando rientrate a casa, stessa modalità. D´ora in poi tutte le porte si apriranno solo dopo avevi dato un minimo di attenzione. Non importa se poi entrate prima o dopo di lui, ma un po´ di cortesia ce la meritiamo...

(da un post sulla passeggiata col cane senza tirare al guinzaglio)

martedì 16 dicembre 2008

Singin' in the rain- Parte I


Gene Kelly era ben felice di cantare sotto la pioggia, e da questo si deduce che Gene Kelly NON aveva un cane da portar fuori.

C'è il cane che punta i piedi, e insiste che imparerà ad usare il wc come ogni bipede che si rispetti. C'è quello che vi staccherebbe un braccio appena vede l'impermeabile. C'è quello acquatico a cui basta bagnarsi, quindi anche la pioggia va benissimo: specie se si può balzare a piè pari nelle pozzanghere e imbrattarvi da capo a piedi.
C'è il cane che esce entusiasta e poi cammina stile sciacallo per tutta la passeggiata, neanche lo aveste picchiato con l'ombrello.

Allora, iniziamo da voi. Appunto, lasciate a casa l'ombrello, dareste vita a scene fantozziane. Meglio un giaccone col cappuccio, e per le più sciantose un lungo collo in lana cotta da tirare sulla testa all'occorrenza. Anche un cappellino può essere pratico e meno ingombrante di un cappuccio. E ce ne sono di davvero carini in giro.
Guanti. Se avete freddo alle mani, comprate un paio di guanti enormi e di marca scadente e fateli infeltrire. Basta buttarli in lavatrice a temperature assurde o proprio bollirli. Tagliate la punta del pollice e dell'indice: avrete presa e sensibilità, ma starete al calduccio. La lana infeltrita è impermeabile e calda, la usano i rocciatori. Calcolate che la taglia diminuirà del 30%.
Potete fare la stessa cosa con un paio di calzini se invece sono i piedi ad ibernarsi, ma pensate anche che se camminate un po' più in fretta, la circolazione migliora e il problema si risolve. E anche il cane si diverte di più.
Pantaloni doposci (li trovate anche al Lidl ad un prezzo irrisorio o al Decathlon) e un bel maglione pesante. Qui c'è chi ama gli strati "a cipolla" e chi un'unica, enorme maglia. De gustibus, andate dove vi porta il cuore...
Scarpe? Basta siano impermeabili, evitate gli stivaloni di gomma.

Il cane. Impermeabile se è a pelo raso o se poi non avete nè tempo nè voglia di asciugarlo. Mettetelo stando seduti di fianco al cane, non brancicatelo come se fosse un pupazzo. Se non lo gradisce o il danno è già fatto: crocchetta in una mano, si passa sopra la testa il cappottino e via premio. Sempre stando di fianco e seduti, carezzina dal collo al fianco, prendete uno dei due sottopancia; altra carezzina lunga e prendete l'altro, agganciateli e concludete con un "bravo". Idem al contrario per sfilarlo, ma senza premio. State attenti che quelli imbottiti in pile o sintetico (cioè quasi tutti), producono energia elettostatica e cerano un bell'effetto "sedia elettrica". Attenti quando lo togliete e semmai presentatevi con uno scampolo di cotone e l'impermeabile alla mamma o alla nonna, che ci cucia alla bell'e meglio un secondo strato nella parte a contatto col cane.

Ora siete pronti per uscire...e dopo?

Lo saprete nel secondo post sulla pioggia!

domenica 14 dicembre 2008

Chi mi chiama?


Noi e il nostro cane possiamo sopravvivere benissimo anche se non sappiamo cosa sia un "seduto", "piede", "terra", "resta"...ma non possiamo tirare avanti con un cane che non risponde alla chiamata.

Il richiamo è la cosa più difficile da insegnare al cane, soprattutto perchè viene sempre considerato scissa dal resto, invece la chiamata è l'inizio di ogni cosa!
Se ho la chance di partire con un cucciolo, sarà davvero semplice: ti chiamo, bravo, ti dico che giochiamo (o passeggiata, o pappa o cosa mi gira per la testa). La chiamata vuole solo dire :"Hey, badami un attimo, vieni qua vicino che poi faremo qualcosa", fosse anche andare via assieme.

Un tempo veniva insegnato a non mettere mai subito il cane al guinzaglio dopo la chiamata, sennò non avrebbe più risposto. Beh, se ogni volta lo chiamate e lo mettete al guinzaglio, può darsi; ma è ora di pensare che fare una passeggiata assieme è un premio, non una punizione.

Con un cane adulto il lavoro sarà più lungo, ma solo perchè abbiamo permesso che certi atteggiamenti si incancrenissero nel tempo. Quindi dovremo rivedere tutta la gestione del cane, snebbiandogli le idee sul fatto che stiamo vivendo assieme; non siamo solo coinquilini ma siamo uniti l'uno all'altro.

Si può poi lavorare in tanti modi, dal guinzaglio sempre più lungo o flexi (non fatelo da soli, diventa una trappola mortale se non lo sapete usare), a diversi tipi di attività che aiutino il cane a badarvi molto di più e a capire che la vicinanza è positiva.

Usare trucchetti come correre via, nascondersi, battere forte le mani per attirare l'attenzione o accucciarsi per terra non va bene. Lo si fa solo coi cuccioli; per valutare quanto il cane vi bada (o non vi bada) e per vedere alcune sue reazioni; o se il cane si sta attardando a raggiungervi ma ha già chiaro in testa cosa sia "rispondere al richiamo", oppure quando lo gestiamo per le prime volte libero DOPO averci lavorato su.

Se usate questi giochini impunemente in montagna o in un grande prato, rischiate di tornare a casa con un guinzaglio vuoto...

mercoledì 10 dicembre 2008

ANIMAL COMUNICATION


Corso introduttivo di telepatia.

Quando: 14 e 15 febbraio 2009

Dove: via Garibaldi 27, 51037 Montale Pistoia

Relatrice: Valeria Boissier

Costo: € 150.--

A cosa serve la telepatia:

- Può aiutare per animali con problemi comportamentali

- Può aiutare per animali con problemi di salute

- Può aiutare gli animali in fin di vita.

- Può aiutare a migliore il rapporto....

Per info:

Valeria Boissier

Via Garibaldi 27

51037 Montale (PT)

Tel: 335 5438462

Mail: bacchus29@gmail.com

martedì 9 dicembre 2008

Morfeo


Il fuoco del caminetto guizza e crepita nel freddo inverno

Il mio cane seduto mi guarda chiedendo che fare

In ogni stagione quegli occhi scaldano più del fuoco

Corsi educatori cinofili e vita



Nel 1934 Krishnamurti disse: “Perché volete studiare sui libri invece di studiare la vita? Scoprite che cos’è vero e che cos’è falso nell’ambiente in cui vivete, che è opprimente e crudele. Solo così scoprirete la verità”.

Non si stancava di ripetere che l’unico libro che valga la pena di leggere è il “libro della vita”, che cambia ininterrottamente e possiede una vitalità che sfugge al pensiero. Tutti gli altri libri possono contenere soltanto informazioni di seconda mano.

“La storia dell’umanità è dentro di voi: è un immenso carico di esperienza, di paure profondamente radicate, di angosce, piaceri, dolori e fedi di ogni genere, a cui gli esseri umani hanno creduto attraverso i millenni. Voi siete quel libro”.

La stessa cosa vale per i cani.

Un paio di settimane fa ho scovato l'indirizzo mail di Valeria Rossi, e non ho potuto fare a meno di ringraziarla per quello che mi disse sei anni fa, quando volevo diventare educatrice, estasiata dalla bravura della mia Nura.
Mi rispose: "Lascia stare i corsi: prendi il tuo cane, e lavora con lui. Poi passa ai cani dei parenti, degli amici, poi chiedi ad un educatore di affiancarlo, poi lui ti dirà quando sei pronta per i primi clienti. Fai esperienza, i corsi vengono poi. I corsi devono essere un confronto tra percorsi diversi, non un'infusione di scienza dall'alto."

Quello che i miei cani mi hanno insegnato non lo dimenticherò mai, quello che ho letto nei libri, è storia passata.

venerdì 5 dicembre 2008

Paura, sindrome da privazione sensoriale o che?

Ci sono tre sorelline, prese dal rifugio Amici di Fido, a Roma, che mostrano i sintomi della sindrome da privazione sensoriale.
Come loro, tante delle persone con cui ho parlato mi descrivevano gli stessi atteggiamenti: paura di persone, di uscire di casa, di affrontare in genere il "nuovo".

La cosa più disarmante è che i cagnolini in questione venivano anche da allevamenti.
Ancora più disarmante che è molto più facile dire ad un rifugio "alle cucciolate ghe pensi mì" che non dirlo ad un allevatore, che difficilmente accetta intromissioni su un lavoro che fa magari da anni.

E' più facile dire che "quel cucciolo là ha qualcosa che non va" che cambiare noi: un allevatore dovrebbe pensare al modo migliore di gestire tutti i suoi cuccioli, non solo quello "carroarmato" che regge qualsiasi errore. Anzi, il difficile è proprio il cucciolo timidino, è lì che si vede la bravura.

Specie quando si parla di jack russel.

Ne ho consociuto uno, Bernardo, irresistibile, che vive con la sua famiglia quadrupede (mamma e sorellina) e quella umana. E nessuno immaginava quanto può aver significato per la sorellina di Benny vivere in una cucciolata di jack!

Però...c'è un però.

A tutto c'è rimedio.
Ci sono come sempre due lavori da fare: la nostra gestione in casa e il lavoro sul carattere del cane.

I risultati?

Beh, un cane che esce di casa e che non si nasconde sotto il letto quando arriva qualcuno.
Delle persone che sanno quando non possono fare a meno di chiedergli uno sforzo extra e quando invece sì.

Ci sono tanti animali che non vedono l'uomo nei periodi sensibili -cioè quando possono considerarlo come un elemento facente parte dell'ambiente- ma che convivono con noi dopo un corretto lavoro.

Vedete...non sempre la cinofilia ha tutte le risposte, e vedere delle tigri di un centro di recupero selvatici collaborare con un uomo mi è servito: una buona idea va cercata, gli occhi e la testa vanno tenuti aperti.

lunedì 1 dicembre 2008

One life, one love...



"Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda senza parlare
e i suoi occhi sono due richieste umide,
due fiamme liquide che interrogano
e io non rispondo, non rispondo perché non so,
non posso dir nulla."

Neruda-Ode al cane

Si domanda ancora perchè il suo padrone tarda nel venirlo a prendere, perchè non è ancora arrivato. Purtroppo non potevo rispondergli niente quando mi guardava con i suoi due occhietti pieni di dolore e le orecchie piatte all'indietro.
Speriamo che qualcuno abbia la pazienza di spiegargli che non sempre il primo amore è eterno.
Anche se non si scorda mai, nel bene e nel male.

martedì 25 novembre 2008

Tata Nura, il cane più amato dagli italiani



Questa è Nura, quella dei miei bimbocci che ha meno soprannomi. "Marmellata di more e di mirtilli, porcellino dolce e tenero" e solo qualche altro.

Nura è stata vittima inconsapevole -come lo ero io!- di tutte le teorie canine che circolavano. La prima valutazione che ne è stata fatta è: un cane insicuro e dominante.
Uhm, come fa ad essere insicura e dominate??
Ah, aveva dei buchi nella sua socializzazione.

Nura ha avuto la fortuna di essere una cucciola amata e seguita non solo dai suoi allevatori, ma anche da un veterinario molto esperto che l'ha tenuta presso di sè.

E' stata invece bellamente ingozzata di premietti, cosa che in un cane collaborativo come lei era più che inutile.
Seduta! E premio. Terra! E premio.
Quando ho tolto i premi, per un mese ho letteralemnte perso il cane. Lei era ormai abituata ad interagire con uno snack, non con me!
Senza contare il trauma-clicker. Ma siamo matti? Pensare con la mia testa? Fare qualcosa senza che tu mi dica esattamente cosa e poi premio premio premio??? Se vuoi faccio seduta, terra, piede, tutte quelle belle cose che ti piacciono, ma non chiedermi di imparare usando la testa.
Problem solving?? Anche problemi da risolvere adesso??? Ma dove siamo, all'istituto di astrofisica???

Il premio per Nura ora è me che la coccolo e che le ripeto che è il cane più amato dagli italiani. O che è un piccolo porcellino a macchie. O che è una marmellata di more e mirtilli. O un cane dolce e tenero.

Nura è solamente un dalmata, e come tale ha bisogno di una gestione adatta. E' molto emotiva, molto eclettica, può fare tutto e niente non avendo precise specifiche di razza (guardia, caccia, carrozza...), ha bisogno di capire che io ci sono e che basta guardare me per avere la soluzione a tutti i suoi problemi, ha bisogno di imparare ad usare la sua splendida testa più che la bocca, ha bisogno di molto rispetto e di molta comprensione, soprattutto delle piccolissime cose che per noi non contano, ma che lei vede tutte.
Con i suoi enormi occhi nocciola.

lunedì 24 novembre 2008



A Volte lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita
Se Dio ci permette di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo non potremmo mai volare.

Chiesi la FORZA...
e Dio mi ha dato le difficoltà per farmi forza

chiesi la SAPIENZA...
e Dio mi ha dato problemi da risolvere

chiesi la PROSPERITA'...
e Dio mi ha dato cevello e muscoli per lavorare

chiesi DI POTER VOLARE...
e Dio mi ha dato ostacoli da superare

chiesi l' AMORE...
e Dio mi ha dato persone con problemi da risolvere

chiesi FAVORI...
e Dio mi ha dato opportunità

Non ho ricevuto niente di quello che chiesi...
però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno

VIVI LA VITA SENZA PAURA, AFFRONTA TUTTI GLI OSTACOLI E DIMOSTRA CHE PUOI SUPERARLI

(racconto trovato vagando su internet!)

sabato 22 novembre 2008

Il segreto della vita



Che ne dite? Avete sciolto i nodi o solo nascosto la corda? Vi è bastata una settimana, un mese, un anno o che? Qual è quell'unica cosa?

venerdì 21 novembre 2008

Mi ricordo...


Mi ricordo che Ken veniva usato nelle nostre storie di bambini come suddito della Barbie...

Mi ricordo che il cavallo della Barbie era impalato in una posizione innaturale da dressage, mentre quello di ora cammina, nitrisce..

Mi ricordo il sacco ad orso/coniglio Pisolone, non me l'hanno mai comprato (sennò poi volevo starci davanti alla tv come nella pubblicità!)...

Mi ricordo "resta di stucco, questo è un barbatrucco"...

Mi ricordo Gigi la Trottola e il suo grande amore Annina...

Mi ricordo noi bambini che scavavamo e "miglioravamo" il fazzoletto di terra sotto casa...

Mi ricordo i sandali alla frate francescano, marroni con la fibbia, sembravano fatti di cartone quando la suola si "grattava"...

Mi ricordo i canali di scolo dei campi, pieni di girini che noi portavamo a casa, convinti che li avremmo visti trasformarsi in rane...

Mi ricordo i lecca-lecca che costavano 50 lire...

Mi ricordo che quando ci cadevano per terra, la lattaia da cui li compravamo ci chiamava "baùchi"! E noi non capivamo cosa volesse dire ma eravamo mortificati...

Mi ricordo le sere d'estate, quando si tornava a casa e la mamma ci spediva sotto la doccia e l'acqua diventava color terra. Dopo ci si sentiva rinati...

Mi ricordo gli interminabili pranzi di Natale: dopo l'apertura dei regali io e mio fratello avremmo rimandato tutti a casa, invece parlavano per ore e ore di politica...

Mi ricordo le foto davanti all'albero, ogni anno, in pigiamino...

Mi ricordo quando mia mamma ha fatto il presepio con i fiumi in salita...

Mi ricordo quando si è rotta la statuina di uno dei cammelli, e io ero preoccupata non per la statua, ma come se fosse stato un vero essere vivente...

Mi ricordo quando inziava a piovere e mio papà ci nascondeva sotto il suo cappotto...

Mi ricordo che mio fratello voleva giocare all'elefante, con mio papà che lo scarrozzava in giro per casa...

Mi ricordo che io volevo giocare ai lupacchiotti e dormire rannicchiata vicino a lui...

Mi ricordo la fatina dei dentini, ancora un po' e avremmo tolto pure quelli sani...

Mi ricordo il dolce forno harbert...

Mi ricordo lo zucchero filato delle giostre, l'ho mangiato l'ultima volta l'anno scorso tra lo stupore dei bambini...

Mi ricordo il latte e cioccolata e i "baffi" che lasciava...

Mi ricordo Giramondo, la gatta piena di signorilità che mi ha accompagnato fino alla quarta elementare e i suoi due piccoli, Black e Liquerizia...

Mi ricordo Enrico, il bulletto del gruppo che vendeva qualsiasi cosa a chiunque quando facevamo il mercatino. Ora fa l'agente immobiliare...

Mi ricordo l'ultima volta che ho sbucciato le ginocchia andando coi pattini sulla ghiaia...

Mi ricordo...



giovedì 20 novembre 2008

L'mp3 di Angelo Vaira, croce e delizia


Allora, come ormai mezza Italia sa, c'è stata tutta una discussione infinita sull'mp3 messo online da Angelo Vaira, Thinkdog.

Io mi riferivo in un post ai clienti che vanno nei campi a risolvere un problema col cane e si trovano davanti "fureghini" che un giorno hanno il collare a strozzo e dominano il cane e il giorno dopo hanno in mano il clicker e parlano di comprensione. E che condiscono tutto quanto da un'abile conoscenza del marketing, delle tecniche di vendita e di convincimento e delle belle parole.

Marketing che conosco (e uso) pure io, visto che non si critica il vendere, ma cosa si vende.

Però...però ho nominato tra i metodi anche gli mp3, e visto che non condividevo il contenuto dell'mp3 di Vaira, si è passati dal non condividere al demonizzare.

Uhm, c'è un passettino.

E in tutto questo casino, non si è accennato a due piccole cose: i cani e i metodi.

Scusate, ma tutti noi che siamo intervenuti siamo educatori cinofili o "canari" in genere, perchè ci è passato di testa?

Perchè abbiamo messo tutti noi, io in cima, davanti le persone e il difendersi a spada tratta invece di confrontarci?

Chi volesse ascoltare l'mp3 lo trova sul blog http://laviadeglianimali.blogspot.com

E chi vuole parlarne: delle metodologie, di cosa trova positivo o negativo, degli effetti sul cane, delle annotazioni varie ed eventuali, di idee per migliorare, cambiare, fare e disfare, può parlarne con noi. Ma senza polemica.

mercoledì 19 novembre 2008

Il grosso cane marrone


Questo pit bull è stato ritrovato a Roma, con un numero di telefono abraso sul collare. Una storia come tante. Si recupera il numero di telefono, e dall'altro capo del filo dicono che non hanno mai avuto cani.

Il problema è: come si vive il ritrovamento di un pit bull?

Male direi.

Intanto c'è da scoprire se è un bel pit bull o un brutto amstaff o viceversa : non me ne vogliano gli estimatori di entrambi, ma lo standard è davvero troppo variabile, poi linea inglese, americana...
In questo caso la diagnosi è -ahimè- facile, e ti tocca dare la ferale notizia alle volontarie: è un pit bull.
Eh, sì, è più facile trovare casa ad un amstaff che ad un pit bull.

Chi lo ha ritovato, inoltre, non se lo può tenere, perchè nel palazzo accettano qualsiasi cane, ma non QUELLO.
Ergo, i dalmata super mordaci ma protagonisti della "carica dei 101", sì. Un pit bull, no.
Niente da fare, tutto dipende sempre da chi è il tuo manager.

Il cane viene così portato in una pensione a pagamento, così sarà più seguito rispetto al rifugio. E si deve testare se il cane va d'accordo con altri cani, con le persone o che.
Panico e terrore. Anche perchè le aree sgambatura non sono così ampie da permettere le giuste distanze, e se c'hai davanti un pit bull che sbavozza e si guarda attorno con occhio pallato, non sai che pesci pigliare.
Vabbè, è solo agitato, ma se sei una volontaria e ti devi gestire queste situazioni, ed entrare nel suo box con questo vitello che ti posa le zampone sulle spalle e ti spiattella una bocca larga e piatta davanti alla faccia, non ti senti affatto a tuo agio.
Poi il pit, emotivo com'è, inzia ad usare i dentini, a mordicchiare...e lì ci vogliono i sali per farsi coraggio.

Mi sa che a Roma avrò "qualcuno" a cui fare visita. Per ora la soluzione è stata questa: "Non pensate continuamente che è un pit bull, un pit bull, un pit bull...è solo UN GROSSO CANE MARRONE!"



giovedì 13 novembre 2008

Un Kg di cinofilia, prego!







Sono "reduce" da uno dei soliti tentativi, riusciti, di vendere cinofilia. Come se il sapere e l'amore e la passione avessero un prezzo.
Beh, c'è chi dice di sì.

Chi fa finta di lavorare per il bene, ma fa solo il suo bene.

E a volte mi chiedo: "Ma la gente è così ingenua?"

A volte penso proprio di sì. Forse perchè in fondo abbiamo un gran bisogno di bene, di sapere che qualcuno da qualche parte fa davvero qualcosa di buono, e non c'importa niente se dobbiamo staccare il cervello per crederci.

Anzi, mi sa che manco riflettiamo un attimo.

Gli sconti sui corsi non esistono: il costo che vi viene proposto è quello reale. Il numero di posti limitati nemmeno: vedrete che se volete iscrivervi non vi diranno di no. Gli mp3 gratis sono un'altra fregatura, in realtà darete la vostra mail e poi riceverete qualche bella newsletter o invito a corsi e seminari.

Esiste marketing, tanto tanto tanto marketing.

Che non è solo tecniche di vendita, è vendere a tutti, a tutti i costi.

Riflettete prima di comprare un kg di cinofilia. Non c'è scontrino nè garanzia, e poi il risultato di un prodotto dannoso resta a casa con voi.


domenica 9 novembre 2008

Cosa significa aver paura?

Quante volte vi è capitato di avere paura?

Quanti cani sono stati definiti dominanti, aggressivi, difficili e tante volte hanno fatto una brutta fine perchè la loro colpa era...di avere paura?

Ogni volta che Morfeo cercava di mordere qualcuno, io pensavo a questo film. Non potevo farne a meno. Vedevo la sua paura, il non sapere cosa sarebbe successo, trovarsi solo davanti a quella situazione per lui incomprensibile.

Vedevo le pupille nei suoi occhi chiari dilatarsi sempre di più.

E nessuno vedeva i particolari. Nessuno vedeva le luci evanescenti sulle foto che vede la mamma di Sam Cole. O meglio, i particolari venivano lasciati in secondo piano e si badava solo al fatto che il cane aveva elaborato una sua strategia efficace per togliersi da una situazione. E ci si occupava solo di quella manifestazione, non della sua origine.

In questi casi il cane sembra pure il più sicuro del mondo. Ma è sicuro solo che quell'atteggiamento funzionerà. Quando non funziona più, ecco che la paura cresce ancora di più.

Dobbiamo cercare di non "vedere solo quello che vogliamo vedere", ma di andare oltre. I nostri cani sono ben felici di poterci svelare il loro segreto e di cercare una soluzione. Se noi vogliamo stare ad ascoltare e sforzarci di accettare anche qualcosa che a noi sembra assurdo, impossibile o stupido.

Morfeo oggi si è trovato davanti un perfetto sconosciuto. Lentamente, si è seduto vicino a me e mi ha guardato.

Io voglio che non abbia più paura.

sabato 8 novembre 2008


...Dobbiamo cercare il caso perchè ci regali altri rifugi, altri territori per l'innocenza, per il rischio, la fierezza e le follie...

(A. Mastretta)

venerdì 7 novembre 2008

Educare il cane o noi stessi?



Penso che la cosa più difficile del lavoro coi cani sia riuscire a scollare le nostre aspirazioni, carattere, aspettative, emozioni, desideri da quello che il nostro cane in realtà è davvero.
Il cane dominato. Ne ha bisogno il cane o noi?
I premi in cibo. Non siamo forse noi a volere una tazza di cioccolata, più che il cane un biscotto?
Il gioco forsennato. Chi dei due ha più bisogno di sfogarsi perchè ha passato una giornataccia?
E ancora accettare il cane così com'è pensando sia un profondo atto d'amore, chiedergli al contrario cambiamenti impossibili in un batter d'occhio...
Quante aspettative abbiamo sui cani?
Li abbiamo portati nelle nostre case perchè li amiamo, ma a volte questo amore ha dei limiti, oppure risulta così soffocante da essere deleterio.
In ogni momento, però, possiamo avere la maturità per ammettere di aver sbagliato, per pensare che ne vogliamo sapere di più, che il mio cane non può essere il solo che non risponde al richiamo e così via.
Ogni giorno possiamo ricominciare da capo, possiamo cambiare, possiamo imparare che ci sono tanti modi di amare un altro essere vivente.
Chiedere aiuto è il primo passo per riuscirci.
Ogni mattina, il nostro cane sa che penseremo a lui, e quando qualcosa cambia, è sempre pronto a dimenticare il passato e a ricominciare da zero.
Lui ha fiducia in noi.
Cominciamo a ricambiare.

giovedì 6 novembre 2008

Il canto della natura


Ieri sera, in un raro momento in cui non pioveva, ho portato i cani in giardino. Faceva buio e freddo. Per far scendere Meggy ho dovuto usare tutta la mia forza di convincimento. E anche quella fisica, portandola in braccio giù per le scale.
Si stiracchiano; inzia già a piovigginare di nuovo.
Ma qualcosa salta tra i miei piedi. Che è? Un topo? Un ratto? La mia mente cittadina pensa subito al peggio: e se è così, devo andare a controllare che non sia qualcosa di nocivo per i miei macchiotti.
Infatti. E' un rospo di una quindicina di centimetri, grasso e lucido come non mai.
Chiamo i cani e li tengo vicini a me, che non lo schiaccino, spaventino o gli diano la caccia.
Li riporto su e vado a cercare un contenitore per metterlo al sicuro. Torno dopo qualche minuto.
Non c'è più, ma c'è invece un rumore particolare....quasi sconosciuto...
Claire abbaia come tutta risposta.
E' qualcosa di lontano, che mi riporta alle scorribande nei campi di grano; alle pannocchie rubate al contadino mentre io e altre bambino lo distraevamo con sorrisi e moine (e i ragazzi se ne andavano con sacchi e sacchi di refurtiva); a serate passate a cercare di tirare via macchie di erba da gomiti sbucciati.
Sono rane, rane che gracidano.
Una, due, tre, cinque. Il grosso rospo fa la parte del leone in una piccola pozza d'acqua nel mio giardino.
Musica dimenticata che ti porta lontano.

domenica 2 novembre 2008

Educare, addestrare, metodi gentili, zooantropologia...quanta confusione!!!




Ormai la cinofilia è diventata un gran guazzabuglio. E il problema è che non è facile mettere dei limiti o tracciare delle linee nette tra chi usa un metodo, chi un altro, chi ha studiato qui e chi si è formato lì.
In teoria un addestratore dovrebbe insegnare solo il lato "sportivo", quindi dal seduto-terra-piede all'agility o obedience o qualsiasi disciplina in cui si sia specializzato. Avrebbe quindi dovuto formre i suoi cani, partecipare a gare se possibile (non dimentichiamo che cani con handicap quali sordità o cecità ancora sono esclusi dalle gare ufficiali, così come i meticci), poi cimentarsi con quelli di amici e infine con quelli dei clienti.
Poi ci sarebbe l'educatore: rapportarsi col cane, gestione degli stati d'animo, gestione in città, classi cuccioli e cucciolate, prevenzione problemi comportamentali semplici.
Infine il rieducatore o comportamentalista: valutazione e risoluzione di problemi causati da cattiva gestione o da stati d'animo errati; nessun tipo di intervento nel caso di patologie (allora subentra il veterinario comportamentalista).
Beh, qualcuno di voi ha mai trovato tre figure così distinte?
Direi di no.
L'addestratore vuole saperne anche di comportamento, l'educatore non sempre ha avuto l'edeguata preparazione e poi vuole fare anche agility, obedience, mobility, rally o' e così via. Per non parlare dei comportamentalisti che sbucano come funghi e dopo un anno dicono: "Oh, mi sono sbagliato, scusatemi...ero appena uscito dai corsi di formazione!".
I metodi poi si accavallano bellamente: bocconcini e gioco nel metodo gentile; punzioni nei metodi del tempo passato che ancora permangono; collaborazione nella zooantropologia. In genere chi non riesce a cavare un ragno dal buco passa da un metodo all'altro con molta serenità, senza pensare se davvero sia positivo tirare su a sleppe di wuerstel un labrador che non risponde invece di rivederne la gestione o se un cane "difficile" ha bisogno di due sani ceffoni (io dico di no...).
Quello che posso notare in genere è una tendenza a volersi dare una parvenza di "gentilezza" da parte degli addestratori vecchio stile, perchè ormai l'essere "cabobranco" non piace più; e dall'altra parte la voglia di essere "primi della classe" degli educatori, che ahimè spesso non hanno anni di esperienza alle spalle.
Collaborare tutti insieme?
Giammai!
E così i centri cinofili offrono tutte le attività del panorama cinofilo ma gestite solo da una o due persone.
E la competenza?
Beh, quando la trovate, fatemi un fischio...

martedì 21 ottobre 2008

Serafita


"Ha detto torno presto Serafita. Lo dice ogni volta che se ne va. Lo guardo allontanarsi in controluce e non sento il suo odore sotto la traccia del sapone da barba. Torno presto, e mi lascia di nuovo. Posso mangiare quello che voglio, dormire nel suo letto. Posso provarci, però sonno e fame vengono solo quando è qui. Lui parte, io aspetto. Ogni volta non so per quanto tempo dovrò aspettare.
Torno presto è una promessa che non fa bene a chi resta. Bisogna essere precisi quando si misura l'assenza. All'inizio era più facile. Forse è sempre così quando le storie cominciano. Per decifrarlo affondavo nei cassetti, profanavo armadi chiusi. La disposizione delle camicie è una visione del mondo, una parata di scarpe fissa i limiti della nostalgia.
Non si ama qualcuno senza amare le sue cose. Io ho amato torri di maglioni, sbarramenti di mocassini, scatole chiuse con lo spago, prima di amare lui. L'amore è cresciuto nelle distanze e nell'attesa. Mi fidavo del suo ordine e dei geranei assetati: ho imparato che le cure per le cose vive vanno dosate e tutto il resto deve tendere all'essenziale. Una mela, due uova, i biscotti ben sigillati, sempre quelli. Il frigorifero può essere una biografia. Il suo è sempre stato senza latte, l'amore non si nutre di coincidenze perfette. Ho imparato ad amare anche il desiderio di un ordine diverso, la polvere degli angoli, i resti di vecchia pioggia sui vetri che nessuno toglieva.
Questa è la tua casa, diceva, ma le case sono di una persona sola e lo sapeva, sapeva che nella mia ci sarebbe stato un cartone di latte da qualche parte. Non ho aperto tutti i cassetti, per fortuna. Non ho pulito i vetri e non ho dato l'acqua ai geranei.
Ha sempre detto torno presto, non mi ha mai detto di aspettare. Anche stavolta tornerà. C'è il segno del mio corpo sul divano e la voce della radio che ha lasciato accesa per me. Non ho scarpe pulite come le sue e non ho chiavi per chiudere. Apro la porta e me la tiro dietro." (Animalìe)