giovedì 29 gennaio 2009

Animali


(una delle tante caricature d'epoca di Darwin)


“Un giorno il lupo si fece cane, si presentò all'uomo e disse:

starò con te fino alla fine dei tempi per ricordarti chi sei,

soprattutto quando te lo sarai dimenticato...”

Cani: alimentazione



Un video contro l'ingozzamento degli animali, specialmente durante le feste...prendere un problema con ironia...;-)

martedì 27 gennaio 2009

domenica 25 gennaio 2009

Ci sono giorni in cui il tuo cane è un Grande, ci sono giorni che gli caveresti la pelle, ci sono giorni che lo ami, ci sono giorni che rimpiangi il criceto nel negozio di animali, ci sono giorni in cui odi lo stesso criceto, ci sono giorni in cui sei fiero di lui (il cane, non il criceto...), ci sono giorni che ti fa fare una figura di merda, ci sono giorni in cui ti stupisce, ci sono giorni in cui ti fa sentire maledettamente in colpa per averlo trascurato, ci sono giorni in cui ti senti maledettamente in colpa per averlo preso, ci sono giorni in cui pensi che un giorno ti lascerà, ci sono giorni in cui rimpiangi il tuo cane precedente, ci sono giorni in cui vorresti che scappasse dal cancello lasciato aperto solo per poi ritrovarlo e abbracciarlo, ci sono giorni che lo vezzeggi, ci sono giorni che come si muove gli strilli, ci sono giorni che lo vuoi accanto, ci sono giorni che lo vuoi lontano, ci sono giorni che ti consola, ci sono giorni che distrugge tutto ciò che hai di più caro...

....secondo me, è proprio amore.

venerdì 23 gennaio 2009

Cani e premi


Questo nasone nella foto è Meggy.
Quando è arrivata è stata trasportata di peso da una mia amica, dalla stazione a casa mia. Forse le ha anche fatto pipì in braccio. Mentre Morfeo, suo fratello, zampettava come un piccolo soldatino, curioso e spaccone.
Meg non voleva uscire di casa.
Meg non sporcava fuori, si tratteneva per ore.
Meg si è tuffata giù dai bastioni di un castello perchè correva guardando all'indietro.
Meg non saliva sull'erba di prati che non conosceva.
Meg balzava in testa a Nura per giocare.
Meg ha predato Morfeo e gli ha aperto un taglio chiuso con quattro punti.
Meg non gioca, ti guarda solo preoccupata e si allontana.
Meg sta sempre male.
Meg se la porti fuori e lei non vuole, dopo vomita.
Meg ha imparato dopo due mesi "seduta".
Meg mi guarda con i suoi piccoli occhi e non sa cosa fare.
Meg preda e mangia vivo un pappagallo scappato da chissà dove.
Meg soltanto mi dorme in braccio e cerca di strapparmi i capelli.

Così mi lego un tira e molla in testa e la indirizzo su quello, e poi inizio ad abbassarlo. Piccoli passi in avanti.
Meg mangia tutto quello che trova, pare uno squalo.

Tutto è molto cambiato da quando Meggy è arrivata, però oggi riflettevo. Come mai un cane così attaccato al cibo, tanto da cercarlo sempre e ovunque, e farmi dannare quando preparo le ciotole, non risponde al richiamo e non esegue esercizi quando in cambio c'è in ballo del cibo?
Forse perchè il problema non è ottenere cibo quanto il sapere cosa fare e cosa no?
Il mio errore con Meg è stato proprio questo: ero talmente concentrata sullo "sbloccare" quell'esserino e fare in modo che si esprimesse, che non ho contemplato i divieti e tanto altro.
Così non è stato creare qualcosa tra me e lei, ma più un "ok, puoi fare quello che vuoi, usa le tue risorse".

Per mia fortuna Meggy è una cagnolina affidabile, e anche se ci mette molto a capire cosa voglio da lei (e penserà che sono davvero incomprensibile con tutti i miei cambi di rotta...), quando lo ha ben chiaro in testa, lei fa quello che lei hai chiesto, sempre e comunque.

Il cibo può essere una lama a doppio taglio, ma soprattutto per un animale che ha bene o male la pancia piena, di certo non è un motivo fondamentale per interagire.

Diplomazia




"Puoi essere diplomatico solo riguardo a qualcosa di cui non te ne importa niente"

giovedì 15 gennaio 2009

Oggi ne ho avuto la prova!



"Se c'è gratitudine non c'è bisogno di grandi sforzi pubblicitari per procacciarsi clienti" (René Egli).

mercoledì 14 gennaio 2009

Gli odori delle emozioni

Il primo corso sull’utilizzo degli olii essenziali per gli animali

Perchè partecipare a “Gli odori delle emozioni?”

Perchè è il primo corso che ti permette di agire sull’aspetto emotivo, cognitivo e relazionale degli animali.

Perchè sarà una giornata magica che ti introdurrà in modo innovativo nel mondo degli olii essenziali e ti permetterà di condividere esperianze sensoriali per comprendere al meglio l’efficacia e la potenza del mondo degli odori.

Cosa faremo?

Olii essenziali per animali, cosa sono e a cosa servono

Olii e emozioni, ritrovare equilibrio e armonia

Olii per il tuo cane

Scopriremo quindi come ogni pianta ha la sua personalità individuale e il suo insieme di proprietà, sperimenteremo la forza vitale e la personalità delle piante, la loro natura più sottile contenute negli olii essenziali e impareremo come utilizzarli sui nostri animali per agire a livello biochimico sul loro corpo, ma soprattutto a livello psichico sulla mente e a livello vibrazionale sull’anima.

La giornata è di livello esperenziale, pertanto è prevista la partecipazione delle persone senza i cani.

Relatori:

Laura Milani: Consulente della relazione uomo-cane e istruttrice cinofila

Daniela Panozzo: Counselor con approccio integrato e istruttore cinofilo

Roberta Ponzoni: Agronoma e operatrice olistica

Quando e dove?

Domenica 1 Febbraio p.v. dalle ore 10 alle 17 circa.

Presso il centro di cultura olistica neagea in via Vela 8 a Milano

Quanto costa?

90.00 Euro inclusa tessera

80,00 per i tesserati

75,00 per chi ha partecipato alla serata di presentazione del corso

Contatti:

Laura Milani 338 94 77 167 info@dogspeople.it

Daniela Panozzo 340 25 54 616 daniela.panozzo@aspassoconbreeze.com

martedì 13 gennaio 2009

Problem solving-creiamoci problemi!


Ieri entro nella stanza dove Meggy giocava col suo gioco preferito, un dado con una sola apertura su di un lato, da cui escono crocchette solo se spinto prima sul lato giusto, poi spostato per raccattare il premio caduto fuori.

Questi giochi, come il kong, si chiamano problem solving, soluzione di problemi. Anche il clicker, in fondo, lo è. Possiamo quindi aumentare l'intelligenza del nostro cane -e farlo divertire un mondo- creando delle piccole difficoltà e un premio finale. Quello che un animale si troverebbe ad affrontare in natura e userebbe la testa. Con una differenza: i nostri cani hanno la fortuna di avere la pancia piena.

Meg, cane che pare molto poco collaborativo, è una vera forza della natura per quanto riguarda invece questi giochetti. Quindi, è solo la sua capacità di ascoltare -e la mia di comunicare con un cane con i suoi tempi- che vanno affinate.

Comunque, Meggy non era nella stanza. Ma c'erano mille rumorini strani provenienti da sotto il letto. Et voilà, Meggy in trappola, col suo dado, sotto il letto. Da sotto la rete, sembrava un acquario con un dalmata dentro. Ho sollevato la struttura del letto, lei è sgusciata fuori. Perchè è stato facile entrare quando la testa pensava solo a raggiungere il dado, più difficile uscire quando la testa pensava: "Boia miseria, che ci faccio qua sotto?".

Penso valga anche per noi...

venerdì 9 gennaio 2009

Cane Buon Cittadino


Colgo due piccioni con una fava...

Iniziamo dal Cane Buon Cittadino a 4 Zampe (BC4Z). E' un brevetto, riconosciuto dal CONI, o meglio, dallo CSEN, il settore cinofilia del CONI.

Ci si prepara creando un buon binomio, cioè una coppia cane-umano. Si affronta la passeggiata con varie difficoltà, un piccolo slalom, un ostacolo, alcuni metri in libertà camminando vicini, il richiamo, fermare il cane durante la corsa verso di noi, l'attraversare la strada standoci vicino, stare in relax sulla copertina, non scendere dall'auto senza il nostro "via libera".
Il bello e difficile è che il cane non deve eseguire il tutto come una serie di esercizi di obbedienza: quindi il cane che in passeggiata ci cammina "piede" non sarà premiato e lodato. Il cane deve VOLER stare con noi. E ci deve essere una grande fiducia reciproca.

Molti Comuni hanno aderito al progetto, che infatti prevede facilitazioni per i cani e persone "certificati".

E qui scattano due considerazioni.

Primo, appaiono sempre più cloni, copie, falsi d'autore..."il cane cittadino", "il cane buon cittadino", "cane in città", "buon cane cittadino" e così via. Cosa implica questo? Intanto, non è detto che chi tenga il corso preparatorio abbia la più pallida idea di cosa sia l'educazione e cosa l'addestramento.
Secondo, avrete un pezzo di carta, se ve ne daranno uno, che vale solo all'interno delle vostre mura domestiche.
Quindi, riflettete. Se volete giocare un po' col cane, ben venga. Se invece pensate di aver conseguito un attestato, o un brevetto, non ci siamo.
E soprattutto sarebbe bello far notare a chi ci propone il corso, che si è coscienti del gioco di parole, e che si sa che non si sta facendo un BC4Z.

Secondo argomento. Cercando una foto consona per il post, mi sono imbattuta in questa chicca. Conosco poco la Brianza e in geografia sono una vergogna, in generale. Però il sito che tratta il problema mi ha fatto venire in mente mille motivi per cui la vorrei conoscere di più...o di meno...
Ormai anche nel piccolo paesino dove abito, si sprecano i divieti di accesso ai parchi ai cani. All'inizio non capivo con che criterio, poi ho connesso: i bambini. Non possono andare dove ci sono i giochi, perchè sporcano.
Ottimo modo di far cultura cinofila direi, da ambo i lati. Teniamo i bambini lontani dai cani, i cani dai bambini, e invece di far fare un bel BC4Z e far pulire alle persone con quadrupede, mettiamo un divieto.

Quando si dice essere positivi....

domenica 4 gennaio 2009

Anna Politkovskaja-in loving memory...

Questo pezzo, dal titolo "Una donna sola" è stato scelto tra i mille e ripubblicato dalla testata per cui scriveva, la Novaja Gazeta, per ricordarla.
La donna Anna Politkovskaja si racconta, parla di un amico speciale, il suo cane. Niente di nuovo, quindi, per gente come noi, ma quanto sono belle queste parole che scaturiscono da sentimenti di empatia profonda. Riguarda l'assunzione di responsabilità verso un altro vivente, riguarda l'accettazione della personalità di questa creatura, grande e grossa ma così fragile, dell'amore assoluto che incarna e ripaga delle difficoltà pratiche che una relazione talvolta crea, in una vita già in salita. Dimostrazione che la compassione verso l'umanità sofferente e verso le altre creature sono lo stesso sentimento. E un fugace pensiero, per chi, come me, non conosceva il peculiare rapporto, corre ora anche al povero cane, rimasto davvero solo: la piccola zattera alla quale era aggrappato in un mondo nemico è stata affondata. Molto struggente.
Tragedia nella tragedia, addio Anna. Una donna sola, solo una donna.
Barbara Gallicchio



L’estate scorsa è morto il nostro cane ,vecchio, vecchissimo. Martin, un doberman di quindici anni, aveva vissuto a lungo per gli standard della sua razza. Era un cane magnifico che ci aveva difeso con onore per molti anni: durante il caos della perestrojka e poi nel periodo di banditismo totale, mentre si accumulavano capitali e crollavano le libertà. Con lui ci sentivamo come dietro a una schiera di guardie del corpo: adorava i nostri amici, individuava immediatamente i malintenzionati e li cacciava senza esitazioni, però non mordeva mai nessuno. Sotto gli occhi di Martin litigavamo, ci riappacificavamo, ci ritrovavamo, ci lasciavamo.
E lui ci amava disperatamente, a volte sembrava sopraffatto da questo amore. Martin ha smesso di servirci solo negli ultimi 45 minuti della sua vita, quando si è sdraiato e ha perso conoscenza. Allora siamo stati noi a servire lui: gli abbiamo tenuto le mani sul cuore finché ha smesso di battere.
Poi ci sono stati sei mesi di tortura. Vivere senza un cane era come vivere senza una capsula dell'amore ad azione continua impiantata sotto pelle.
Ed ecco che i miei figli hanno trovato su internet un annuncio fantastico. Da un lato questo cane non somigliava a Martin - per noi era un punto irrinunciabile. Dall'altro non aveva il pelo lungo, anche questo era importante, eravamo abituati così. Infine, secondo le informazioni raccolte, era un animale socievole e affettuoso. Un cucciolo bloodhound. Per chi non lo conosce è un cane con le zampe grosse, gli occhi perennemente tristi e le orecchie lunghe.
Andiamo al negozio. La commessa continua a ripetere: "Questo maschietto è semplicemente una meraviglia. Il migliore della cucciolata". Il "migliore'' non smette un attimo di fare pipì. Ci guarda e fa subito pipì. Però è tenerissimo, giocherellone, prendetemi, vi prego. E questo decide tutto: implora da stringere il cuore.
"Quattro mesi. Ha ancora diritto di far pipì", ripete la donna con voce stridula.
A casa lo abbiamo ribattezzato Van Gogh, al posto dello stupido Hagard che gli aveva affibbiato la venditrice. E cominciamo a vivere insieme. Ben presto è chiaro che Van Gogh non fa pipì in continuazione: è una vera e propria macchina per la minzione. Appena vede un estraneo, ecco una pozzanghera. Che fare? Abbiamo smesso di invitare esseri umani in casa (eccetto i parenti), sperando che l'abitudine gli sarebbe passata. In quanto ad alzare la voce di mezzo tono, non dico gridare, per carità, ma appena un lieve aumento di volume, neanche a parlarne: subito un fiume.
Appena fa uno schizzetto, Van Gogh comincia ad agitarsi per la paura, si nasconde o, peggio, lo lecca, cercando di eliminare le tracce. Portarlo fuori? Van Gogh, ce ne accorgiamo subito, odia la strada, tutto gli fa orrore. Il momento migliore della passeggiata è quando varchiamo il portone, l'ascensore, la soglia del nostro appartamento. Appena riprendiamo la via di casa rizza subito la coda, felice. La nostra casa è diventata la sua fortezza.


Tutto in vendita
Nella clinica veterinaria ci dicono che non ha quattro mesi, ma almeno cinque, e ci chiedono: "Lo sapete perché la commessa gli ha abbassato l'età?". "Perché?". "Per convincervi a prenderlo. I cani grandi non li vuole nessuno, spesso hanno già imparato qualcosa, e non è detto che sia qualcosa di buono".
Ed è proprio così. I veterinari hanno anche trovato della renella nella vescica di Van Gogh. Le analisi sono costate più di dodicimila rubli. Più altri duemila per gli antibiotici per curare l'infiammazione. Secondo il dottore, in età così giovanile (negli esseri umani e nelle bestie, la renella e i calcoli sono appannaggio degli anziani) il problema è provocato da una cattiva alimentazione imposta da molti allevatori e commercianti. Proprio quando il cucciolo va nutrito bene, gli danno quello che capita e così gli alterano il metabolismo. Ma l'essenziale è smerciarlo, confondere le idee ai futuri padroni e tanti saluti. È gente che finge affetto, insiste il dottore, ma in realtà è nemica degli animali, rovina i cani per sempre.
Per-sem-pre. È stato l'avviso numero uno. Intanto era chiaro che Van Gogh si aggrappava a noi come a una zattera. Aveva sempre più paura di chiunque entrasse in casa. E il terrore per gli estranei cresceva con lui, ormai era grande e grosso, e i suoi tentativi di nascondersi dietro di noi diventavano maniacali. Immaginate la scena: qualcuno si avvicina, ci passa accanto per strada, e lui subito dietro di me. Un bestione con le zampe possenti. Non abbaia, non ulula. Si limita a guardare gli estranei con un terrore tale da spaventare anche te.
E alla fine abbiamo capito: aveva paura che lo portassero via. Erano stati degli uomini a portarlo via. Ed erano diventati nemici. Per-sem-pre. Di nuovo. Adesso il quadro era più chiaro: ci era capitato un cane con gravi problemi psichici. Cosa c'è di peggio? Non era lui a difendere noi, ma noi a dover difendere lui...
Chiamo il negozio: cos'è successo al cane? No, non telefono per reclamare: voglio saperlo solo per aiutare il cane e noi. E la commessa cede: prima che lo prendessimo noi, il cane era stato rifiutato due volte. Non aveva idea di cosa fosse successo, dove lo avevano portato e perché non lo avevano voluto. Malo avevano picchiato. E lo avevano picchiato degli uomini. Lo avevano spaventato. E poi lo avevano scaricato. Non c'erano dubbi: bisognava trovare uno psicologo o un addestratore.
Gli psicologi più economici costano 1.300 rubli a visita. Per questa somma danno consigli di questo tenore: andare in vacanza, passare più tempo all'aria aperta, riposarsi, cambiare casa, ambiente, città, paese... Ma non li danno tutti insieme.Ogni consiglio 1.300 rubli. Uff! La missione era materialmente impossibile. Ripiegammo sugli addestratori. Katja - della ditta Cane intelligente, oppure Amico fedele, costo 500 rubli all'ora - diceva di lavorare soltanto con i "cani dell'elite" (non con cani d'elite, ma con cani di gente ricca), e aveva l'agenda piena di appuntamenti. Però è riuscita a trovare un ritaglio di tempo.
Erano le sette del mattino quando è arrivata da noi, ancora mezza addormentata. Con le mani in tasca ha cominciato a darmi ordini: vai là, fai questo e quest'altro. Niente di elitario: solo quello che c'è scritto in qualunque manuale sull'addestramento dei cani.


Addestratrice noglobal
Quindici minuti prima della fine della lezione, e malgrado il suo aspetto noglobal, maglietta nera, stivaletti e bandana, Katja ha preteso molto globalisticamente i suoi 500 rubli, sbuffando con disprezzo quando le abbiamo fatto notare che le rimaneva ancora un quarto d'ora di lavoro. Non ci siamo più rivisti.
La seconda e la terza adde-stratrice sono state assolutamente identiche alla prima per qualità degli esercizi, però la tariffa era più alta: 700 e 900 rubli per la stessa ora scarsa. Non era più possibile buttare altri soldi dalla finestra, tanto più che la vescica di Van Gogh continuava a costarci migliaia di rubli. Così la vita è ripresa a scorrere come prima. Van Gogh continuava ad avere il terrore di tutto, e io continuavo a difenderlo da tutto. Dagli uomini, dagli oggetti sconosciuti, dallo stridio della serranda del garage, dalle frenate delle macchine e dagli uomini che ci passavano accanto.


Fedele per sempre
Man mano che cresceva, i problemi aumentavano. Nel nostro quartiere, per raggiungere il giardinetto riservato ai cani bisogna attraversare una strada molto trafficata e senza semaforo. In pratica bisogna tuffarsi in un fiume di macchine che non hanno l'abitudine di rallentare. Prima di arrivare al-le strisce pedonali Van Gogh, terrorizzato, si lasciava cadere a terra e io dovevo prenderlo in braccio oppure trascinarlo: 40-50 chili di massa viva che si im-puntavano disperatamente. Dopo una passeggiata di questo tipo lo sbalzo di pressione era garantito.
Ma un cane con il metabolismo irregolare, la renella e pro-blemi di socializzazione deve assolutamente trascorrere un po' di tempo in compagnia dei suoi simili.
Allora ho deciso di caricare Van Gogh sulla mia auto per trasportarlo dall'altra parte della strada. Nel giardinetto corre timoroso senza dare troppa confidenza agli altri cani, anche se qualche volta ci gioca. In compenso si muove, annusa, si
tranquillizza. Ma la sua maggiore occupazione è guardare con nostalgia la nostra auto. E appena apro lo sportello, lui salta allegramente sul sedile posteriore. Adora viaggiare in macchina, o anche soltanto starci seduto dentro. Un piccolo spazio chiuso e isolato dal resto del mondo dove esistono solo lui e la sua padrona. Per Van Gogh è il territorio più sicuro al mondo. Si calma immediatamente, osserva felice la vita al di là del finestrino, il suo sguardo si rasserena, avvicinale orecchie al parabrezza posteriore e può perfino addormentarsi. Tutte le paure sono scomparse. Salta fuori dalla macchina e si infila subito nel portone del palazzo, corre verso l'ascensore, dai che siamo quasi arrivati e... finalmente: la mia casa, la mia fortezza.
Anche la mia pressione per il momento è tornata normale. Ma si può andare avanti così? I veterinari ormai si esprimono senza mezzi termini: lo sopprima. Lo stesso dicono amici e colleghi: perché tormentarsi in questo modo? Dopo tutto è un cane, non un essere umano. Dallo via. È solo un'elegante figura retorica per dire la stessa cosa: sopprimilo.
Chi volete che se ne occupi, se non chi si è già affezionato con tutta l'anima a questo essere con le orecchie grandi e gli occhi malinconici, che non ha colpa di nulla.
In una grande città il destino di un cane inalato, se il suo padrone non ha i mezzi per curarlo e mantenerlo, è essere soppresso. Il mondo, che è diventato crudele con tutte le persone in difficoltà (disabili, orfani, malati), è diventato altrettanto crudele con gli animali. È naturale, non potrebbe essere diversamente. Per capire fino a che punto l'odore dei soldi ci rende feroci basta portare a spasso un cane malato.
Non appartengo alla tribù degli animalisti folli, quelli che
amano i cani più degli uomini.
Io gli uomini li amo più dei cani. Ma non sono capace di tradire. Soprattutto se so che quell'essere vivente non sopraviverebbe a un altro abbandono: morirebbe senza di me. È completamente in mio potere, fino all'ultimo pelo del suo lungo orecchio setoso. Come è in potere di chiunque se lo ritrovi tra le mani per un capriccio della sorte.


Il mondo dei ricchi
Questa casta sempre più numerosa dei cani abbandonati, fratelli di Van Gogh, è stata generata dal mondo dei ricchi. Li comprano come se fossero un giocattolo, ci si divertono un po', si stufano, gli mollano un calcio.
Ignorano il valore dei soldi proprio come ignorano il valore di un essere vivente che ti è fedele fino alla fine. So bene cosa mi si potrebbe obiettare: non tutti i ricchi sono così cattivi, non tutti i veterinari sono degli squartatori. Certo. Ma allora perché da noi si vedono branchi di cani di razza che cercano rifugio negli androni?
È di nuovo sera. Giro la chiave nella serratura e... Van Gogh mi vola addosso, sempre e comunque. Anche se gli fa male la pancia, anche se stava dormendo profondamente, qualunque cosa abbia mangiato. La fonte di un affettuoso moto perpetuo.
Tutti ti piantano, tutti si stancano di te, il cane non smette mai di amarti.
E io lo prendo, lo carico in macchina, lo trasporto dall'altro lato della strada, corro al suo fianco per farlo saltare un po' con gli altri cani, gli faccio vedere come bisogna giocare con loro, striscio con lui lungo il percorso a ostacoli per fargli vincere la paura, lo accompagno vicino a uomini sconosciuti, prendo la loro mano, con la loro mano accarezzo le orecchie di Van Gogh e gli ripeto che sono buoni.

Anna Politkovskaja

(tratto dal sito www.asetra.it, articolo di Barbara Gallicchio)