domenica 14 dicembre 2008

Chi mi chiama?


Noi e il nostro cane possiamo sopravvivere benissimo anche se non sappiamo cosa sia un "seduto", "piede", "terra", "resta"...ma non possiamo tirare avanti con un cane che non risponde alla chiamata.

Il richiamo è la cosa più difficile da insegnare al cane, soprattutto perchè viene sempre considerato scissa dal resto, invece la chiamata è l'inizio di ogni cosa!
Se ho la chance di partire con un cucciolo, sarà davvero semplice: ti chiamo, bravo, ti dico che giochiamo (o passeggiata, o pappa o cosa mi gira per la testa). La chiamata vuole solo dire :"Hey, badami un attimo, vieni qua vicino che poi faremo qualcosa", fosse anche andare via assieme.

Un tempo veniva insegnato a non mettere mai subito il cane al guinzaglio dopo la chiamata, sennò non avrebbe più risposto. Beh, se ogni volta lo chiamate e lo mettete al guinzaglio, può darsi; ma è ora di pensare che fare una passeggiata assieme è un premio, non una punizione.

Con un cane adulto il lavoro sarà più lungo, ma solo perchè abbiamo permesso che certi atteggiamenti si incancrenissero nel tempo. Quindi dovremo rivedere tutta la gestione del cane, snebbiandogli le idee sul fatto che stiamo vivendo assieme; non siamo solo coinquilini ma siamo uniti l'uno all'altro.

Si può poi lavorare in tanti modi, dal guinzaglio sempre più lungo o flexi (non fatelo da soli, diventa una trappola mortale se non lo sapete usare), a diversi tipi di attività che aiutino il cane a badarvi molto di più e a capire che la vicinanza è positiva.

Usare trucchetti come correre via, nascondersi, battere forte le mani per attirare l'attenzione o accucciarsi per terra non va bene. Lo si fa solo coi cuccioli; per valutare quanto il cane vi bada (o non vi bada) e per vedere alcune sue reazioni; o se il cane si sta attardando a raggiungervi ma ha già chiaro in testa cosa sia "rispondere al richiamo", oppure quando lo gestiamo per le prime volte libero DOPO averci lavorato su.

Se usate questi giochini impunemente in montagna o in un grande prato, rischiate di tornare a casa con un guinzaglio vuoto...

2 commenti:

Paola ha detto...

Io sul richiamo ci lavoro molto, prima al guinzaglio e poi in libertà. Credo che sia davvero importante avere un cane che risponde bene, se non perfettamente, al richiamo. Qua da noi si esce in passeggiata tra campi e boschi in cui i cani possono correre e scorazzare liberi. E in questo caso avere un cane che non risponde al richiamo vuol dire davvero rischiare di perderlo. Qua da noi si vedono parecchi cartelli di cani persi durante le passeggiate, molte volte sono cuccioli, e la cosa che non riesco davvero a capire è come fanno i proprietari a perderli di vista tanto da non riuscire più a ritrovarli. Io penso che una qualsiasi persona che prende con se un cane dovrebbe seguire almeno un corso base per imparare a gestirlo...ma tanti pensano che gestire un cane sia cosa semplice e di esserne all'altezza senza l'aiuto di un esperto.

Il Nido di Faramir ha detto...

Io le due frasi per cui ho dovuto creare una risposta standard, in modo da non esplodere con qualcuna delle mie chicche, e le frasi in questione sono: "Abbiamo sempre avuto cani, quindi so cosa fare" e "Con il cane che avevo prima andava tutto benissimo anche se era un po' matto".

Io ricordo ancora con ansia un seminario, in cui una ragazza ha spiegato che ha mollato il cane libero in montagna ma che l'educatore le aveva detto di chiamarlo e di nascondersi dietro un albero, e DOPO UN PO' il cane in effetti è arrivato. E il cane aveva il problema di non rispondere. Io mi son sentita girare lo stomaco, ha avuto una bella fortuna, altrochè!!!

E' brutto dover dire "per un po' non liberare il cane", e la gente ci sta male, ma la libertà va guadagnata...