giovedì 18 dicembre 2008

Ma papà ti manda solo?


"..."Intanto partiamo dall´idea che se il cane sta tutto il giorno in giardino e noi in casa, se la nostra gestione in casa fa acqua a tutte le parti, se non facciamo nessun tipo di miglioria nella vita del cane per affiatarlo a noi, poi non possiamo pretendere un richiamo e una passeggiata perfetti.
Perchè se in casa "toppi", l´errore si nota poco, ma fuori gli stimoli sono tanti, e se il cane non ha la testa almeno un po´ su di noi, siamo fritti. Quindi facciamo tutto il possibile (vedi intanto "pappa" e "cuccia") e lavoriamo ANCHE sul richiamo e la passeggiata.

La passeggiata inizia quando pensate di uscire. Non voglio un cane impazzito perchè mi vede toccare il guinzaglio o andare verso la porta. Fate un po´ di "finte", il cane deve stare attento a quello che gli chiedete, non fare mille ipotesi su cosa-forse-potrebbe-accadere: vivere con i dubbi amletici (e un cagnoccino non può darsi una risposta umana!) non è piacevole.

Quindi mi alzo, tocco il guinzaglio, torno a sedermi, vado verso la porta, mi risiedo...e poi aspetto un po´ (a volte un bel po´) che il cane torni a farsi gli affari suoi. All´inizio penserà che sto impazzendo.

Poi lo CHIAMO. E qui ci siamo. Chiamo il cane-BRAVO. Poi "ANDIAMO" e si va a prendere sto caspita di collare, guinzaglio e si va verso la porta.
Già qui stiamo lavorando sul richiamo. Vieni da me, mi guardi un attimo e ti dico cosa faremo di meraviglioso: usciamo. Il venire da voi è preludio a qualcosa di bello.
Se il cane viene da voi e poi schizza verso la porta, no, non ci siamo. Si richiama e si va avanti un altro passo. E´ ripartito? Lo si richiama e si fa un altro passo. Lo scopo è arrivare assieme alla porta.

Arrivati alla porta..credete sia finita? Abbiamo appena iniziato!

Aspettate un attimo. Aspettate finchè il cane non è calmo. Chiamatelo per nome. Quando vi guarda, anche per un secondo, si apre la porta.
Dovete sempre avere ben chiaro in qualsiasi cosa che il cane è all´altezza delle vostre ginocchia-piedi o poco più. Quando è concentrato su qualcosa, lui non vi vede e manco vi sente, pensa alla porta che si a pre e non gli interessa se la apre una forza magica o voi. Bene, dobbiamo chiarire che VOI l´aprite. E fargli riconnettere il cervello con voi.

All´inizio vi avverto, la passeggiata sarà una rottura. Pochi metri in ore e ore (ok, esagero). In sostanza, ogni volta che il cane tira, voi vi fermate. Lo richiamate, Gli date le spalle o comunque non restate girati verso di lui: per il cane la vostra punta dei piedi indica la direzione in cui si va. E se vuoi andare di qua e io sto tirando come un trattore in quella direzione, non va tutto bene?? Quindi mi giro anche di fianco, mi sposto di due passi a destra, riporto il guinzaglio ad essere morbido. Stonc, di nuovo in tensione. E io faccio di nuovo il paletto. Lo richiamo vicino a me, mi accuccio, mi giro, mi volto, disegno una "u" con la mano, partendo dal naso del cane fino al mio ginocchio: torna qui facendo questo giretto.

Se siete esasperati, arrivate alla prima aiola, aspettate che il cane vi guardi, sempre, chiamatelo, bravo, e ditegli un "libero". Non liberatelo davvero, ma fate un po´ la zavorra e lasciatelo fiutare in giro e voi riprendete energie.
L´idea è che con "andiamo" si va via assieme, "libero" permette al cane di razzolare un po´.

Deve capire che il guinzaglio in tensione significa "stop", e quando c´è quella sensazione, non si va avanti.
Se il cane tira per fiutare qualcosa, prima deve tornare da voi, poi un passo in avanti. Tira ancora? Si chiama e si ferma, chiama e ferma fino a lasciarlo annusare. Deve arrivare ad annusare col guinzaglio mollo. Il premio sarà l´annusata, ma stiamo andando assieme a fiutare, non sei tu che mi trascini!

All´inizio sarà davvero noioso, ma imponetevi un po´ di disciplina.

Come già dicevo, munitevi di pettorina svedese e guinzaglio lungo (per ora usatelo diviso in due), infatti una cosa che preme sul collo stuzzica il riflesso thigmotaxis (si scrive in 200 maniere diverse), per cui un animale va contro la pressione. Per cui, se qualcosa preme sul collo, il cane tira ancora di più per liberarsene. E´ un sistema salva-vita: se un predatore mi attacca, lo travolgo andandogli addosso e non gli permetto di strappare, invece in più gli "spalanco" la bocca andandogli contro. Il cane non s e ne rende conto, non è una cosa che fa pensando, è come per noi rimetterci in equilibrio se spinti.

Quando rientrate a casa, stessa modalità. D´ora in poi tutte le porte si apriranno solo dopo avevi dato un minimo di attenzione. Non importa se poi entrate prima o dopo di lui, ma un po´ di cortesia ce la meritiamo...

(da un post sulla passeggiata col cane senza tirare al guinzaglio)

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