domenica 2 novembre 2008

Educare, addestrare, metodi gentili, zooantropologia...quanta confusione!!!




Ormai la cinofilia è diventata un gran guazzabuglio. E il problema è che non è facile mettere dei limiti o tracciare delle linee nette tra chi usa un metodo, chi un altro, chi ha studiato qui e chi si è formato lì.
In teoria un addestratore dovrebbe insegnare solo il lato "sportivo", quindi dal seduto-terra-piede all'agility o obedience o qualsiasi disciplina in cui si sia specializzato. Avrebbe quindi dovuto formre i suoi cani, partecipare a gare se possibile (non dimentichiamo che cani con handicap quali sordità o cecità ancora sono esclusi dalle gare ufficiali, così come i meticci), poi cimentarsi con quelli di amici e infine con quelli dei clienti.
Poi ci sarebbe l'educatore: rapportarsi col cane, gestione degli stati d'animo, gestione in città, classi cuccioli e cucciolate, prevenzione problemi comportamentali semplici.
Infine il rieducatore o comportamentalista: valutazione e risoluzione di problemi causati da cattiva gestione o da stati d'animo errati; nessun tipo di intervento nel caso di patologie (allora subentra il veterinario comportamentalista).
Beh, qualcuno di voi ha mai trovato tre figure così distinte?
Direi di no.
L'addestratore vuole saperne anche di comportamento, l'educatore non sempre ha avuto l'edeguata preparazione e poi vuole fare anche agility, obedience, mobility, rally o' e così via. Per non parlare dei comportamentalisti che sbucano come funghi e dopo un anno dicono: "Oh, mi sono sbagliato, scusatemi...ero appena uscito dai corsi di formazione!".
I metodi poi si accavallano bellamente: bocconcini e gioco nel metodo gentile; punzioni nei metodi del tempo passato che ancora permangono; collaborazione nella zooantropologia. In genere chi non riesce a cavare un ragno dal buco passa da un metodo all'altro con molta serenità, senza pensare se davvero sia positivo tirare su a sleppe di wuerstel un labrador che non risponde invece di rivederne la gestione o se un cane "difficile" ha bisogno di due sani ceffoni (io dico di no...).
Quello che posso notare in genere è una tendenza a volersi dare una parvenza di "gentilezza" da parte degli addestratori vecchio stile, perchè ormai l'essere "cabobranco" non piace più; e dall'altra parte la voglia di essere "primi della classe" degli educatori, che ahimè spesso non hanno anni di esperienza alle spalle.
Collaborare tutti insieme?
Giammai!
E così i centri cinofili offrono tutte le attività del panorama cinofilo ma gestite solo da una o due persone.
E la competenza?
Beh, quando la trovate, fatemi un fischio...

4 commenti:

Gianluca ha detto...

Come si fa a fischiare in chat???
Fffffffiiiiiiiuuuuuuu
Si fa così??
Beh, diciamo che hai molta ragione.
Io credo che chi ha a che fare con il mondo cinofilo (di mestiere intendo) riesca ad avere successo CON I CANI soltanto se ha una cosa dentro: una passione infinita ed una capacità di capire veramente il 4zampe che ha davanti. E se è così, alla fine capisce qualsiasi animale - dai cinghiali ai gufi !. Io ne ho le prove!
Tu puoi fare tutti i corsi che vuoi..... puoi fare l'università veterinaria, puoi fare il mega corso di Zooantropologia e buttare via un sacco di soldi, puoi fare il corso educatori , puoi fare puoi fare..... ma tanto se NON SEI PORTATO non c'è niente da fare! Il dono naturale ce lo devi avere dentro..... nessuno te lo può trapiantare.

Poi c'è un altro problema che io definirei "Il problema". Che è quello di far capire ai clienti! e quindi di avere successo con l' UOMO. Quello che ti fa andare avanti e guadagnare. Come dico sempre ad Annalisa, non è il cane che viene al campo con i soldi in bocca.... i soldi te li porta il proprietario..... E poi è inutile essere bravi con i cani e risolvere i problemi se poi non riusciamo a comunicare con il proprietario e a spiegargli cosa deve o non deve fare....
p.s. attenzione a parlare di problemi comportamentali. Lo studio e il risolvere i "problemi comportamentali" (anche se non si tocca la medicina) è solo ed esclusivamente materia veterinaria. Quindi se non sei un veterinario NON puoi fare alcuna consulenza. Garantito al limone. Ci siamo fatti una cultura!
Ciao
Gianluca

Il Nido di Faramir ha detto...

Lavorare con gli animali è un dono, me ne rendo conto sempre di più.

E' sentire quel sottile legame che lega te agli altri animali e vi vede tutti parte dello stesso identico modo di sentire.

Sono più corde che vibrano all'unisono.

Quando senti questo, non puoi sbagliare. Perchè il tuo istinto "pizzica", e ti fa fermare dove c'è il patologico.

Non c'è voglia di riuscire, di vincere, di eccellere, c'è solo sentire in te, su di te, quello che l'animale prova in quel momento.
Anche quello che prova l'animale a due zampe che ti ha portato quello a quattro.

Gianluca ha detto...

Madonna come tu sei profonda....
A volte leggendoti ti perdo.

Sai la mia cultura arriva fino ad un certo punto.... :-)

p.s. aggiusta l'ora del blog... sennò sembra che abbiamo chattato di notte..... :-))

Il Nido di Faramir ha detto...

Beh, a me piace di Annalisa proprio che non si arroga il "diritto e dovere" di fare tutto, ma che chiama Anne per Ttouch, Oggioni per gli avanzati di agility e così via...

Cosa che pochissimi fanno, qui in zona meno che mai!

Un corso di agility, e via ad insegnarla...due lezioni di socializzazione, e via a fare le classi di socializzazione...

Naaa, più bello l'orario sfasato...una cosa tipo 2la cinofilia non ha orari"!!

E' confermato che il 30 sono a Roma, all'Olgiata, a fare la consulente.